La morte è la nostra eterna compagna.
e' sempre lì alla nostra sinistra,
ad un passo di distanza da noi.
Ci osserva, ci sussurra all'orecchio...
a volte sentiamo il suo gelo.
E' lì accanto a noi, ci osserva..
ci osserva sempre sino al giorno in cui ci toccherà.
La morte è il nostro più vicino saggio consigliere,
ogni volta che ne senti il bisogno,
voltati e chiedi consiglio a lei;
la troverai lì alla tua sinistra,disponibile.
Se imparerai a farlo senza vani timori,
ti sbarazzerai delle maledette meschinità
proprie degli uomini che vivono
senza cercare di capire
cosa sia la morte...
e così tirano avanti
come se la morte non dovesse mai toccarli.
"Ciò che per il bruco è la fine del mondo,per il resto del mondo è una bella farfalla"
Lao-Ztu
25 settembre 2006
La morte
The importance of being supermacvale alle 15:23 1 commenti
20 settembre 2006
Ritrova la calma - parte seconda
VESTITI DI BIANCO
Gli abiti che indossi hanno una precisa influenza sul tuo modo di sentirti. Gli indumenti ampi, di tessuto naturale e di colori chiari favoriscono la calma. Ecco perché gli yogin si vestono di bianco.
REGALATI UNA FRUTTIERA
Più ricca e invitante è la tua fruttiera, meno sarai portato a sgranocchiare cibi che accrescono la tensione nervosa. Mangia più frutta, e ti sentirai più rilassato e pieno di dolcezza anche tu.
PREDILIGI LO SCHIENALE RIGIDO
Sembra strano, ma le poltrone più rilassanti non sono quelle comode e soffici che istintivamente immaginiamo. Per molte ragioni conviene sceglierne una che sostiene la schiena e mantiene eretto il busto.
CORRI E VIVRAI MEGLIO
Correre è un antidoto allo stress. E semplice, non richiede un particolare addestramento e comincia ad aver effetto entro i primi duecento metri.
RIFLETTI SULLA BELLEZZA
Non farlo per gratificarti ma per elevare lo spirito, perché c'è sempre serenità dove c'è bellezza, vuoi i che sia opera della natura, vuoi che sia opera dell'uomo.
DORMI COME UN BAMBINO
Tutto ciò che impedisce di dormire bene caffè, alcol, coca cola impedisce di essere veramente calmi. Fai il possibile per dormire quando hai l'impressione che ti occorra.
A PASSEGGIO PER PURO DILETTO
Alcuni esercizi fisici possono sembrare autentiche torture mentre camminare è facile e piacevole. Fai una passeggiata al giorno, non perché devi, ma perché, se la fai nello stato d'animo giusto, può essere il modo più rilassante per spostarti da A a B.
COCCOLATI I PIEDI
Fai un lungo pediluvio, poi massaggíati i piedi con una crema idratante o una combinazione di oli essenziali rilassanti e, in un batter d'occhio, ti sentirai deliziosamente riposato.
SCEGLI IL SEDILE POSTERIORE
Anche se guidare ti diverte, renditi conto che è un'attività stressante. Prendi posto sul sedile posteriore (se ti fidi dell'autista) e passa il tempo del viaggio comunicandogli la tua calma
The importance of being supermacvale alle 08:31 1 commenti
18 settembre 2006
Cosa lasciamo?
Oggi "copio" un post dal blog di luposenzacuore, mi piace molto..
"Noi gente del XX secolo, cosa lasciamo in eredità agli uomini del XXX secolo?
Riusciranno gli abitanti della terra nell'anno 3000 ad emozionarsi davanti ai piloni di un'autostrada, ad una galleria o peggio, davanti a migliaia di fusti con scorie radiottive? Sono queste le nostre Grandi Opere?
Secoli fa qualcuno ha pensato di realizzare San Pietro, Piazza San Marco, la Torre di Pisa, Santa Maria Novella. Qualcun'altro a dipinto La Gioconda o scolpito la Pietà o il David e noi, uomini del XX secolo, possiamo emozionarci dinanzi a queste e tante altre opere.
Qualcuno dovrebbe meditare e pensare anche a chi verrà dopo di noi."
The importance of being supermacvale alle 14:40 1 commenti
15 settembre 2006
Ritrova la calma
Qualcuno mi ha mandato questo testo molto tempo fa. E' tradotto maluccio ma mi ha aiutato spesso, nonostante siano cose conosciute. Ma leggerle mi ha fatto bene altrimenti probabilmente non le avrei messe in pratica...
SCEGLI CON CURA LE TUE COMPAGNIE
Per quanto possa apparirti ingeneroso, rammenta che frequentare persone estremamente nervose rende nervosi. Al contrario, se avrai a che fare, sia pure per brevi periodi, con persone tranquille, potrai sentirti tranquillo anche tu.
LASCIATI INCANTARE DAL TUO RESPIRO
Se indugerai sulla musica del tuo respiro e riuscirai davvero a coglierne il ritmo, scoprirai che la quiete è dietro l'angolo.
IMPARA AD ACCAREZZARE
Accogli nella tua vita una bestiola, dalle affetto a piene mani, e avrai un prezioso alleato nella tua battaglia per raggiungere la calma.
SBARRA LA PORTA
Ogni tanto viene un momento in cui abbiamo bisogno di isolarci dalle interruzioni esterne e di concentrarci sulle nostre esigenze e sulle nostre responsabilità. Facciamolo almeno per un'ora al giorno
TOCCA O FATTI TOCCARE
Il semplice contatto umano è uno dei modi più sicuri per scaricare le tensioni e talvolta fa miracoli. E, così come l'abbraccio dei genitori rasserena il bimbo agitato, un bacio o una stretta di mano sovente placa una discussione
LIMITA LE PRETESE
Una delle maggiori fonti di tensione nella vita è la necessità di mantenersi sempre all'altezza degli standard che ci siamo imposti. Fai un favore a te stesso e, di tanto in tanto, limita un po' le tue pretese.
....
la continuazione sul prossimo post!
The importance of being supermacvale alle 14:23 0 commenti
13 settembre 2006
Preghiera
"Voi pregate nell'angoscia e nel bisogno, ma dovreste pregare anche nella pienezza della gioia e nei giorni dell'abbondanza.
Perché non è forse la preghiera l'espansione di voi stessi nell'etere vivente ?
Se riversare la vostra notte nello spazio vi conforta, è gioia anche esprimere l'alba del vostro cuore.
E se non potete fare a meno di piangere quando l'anima vi chiama alla preghiera, essa dovrebbe spingervi sempre e ancora al sorriso. "
Kahlil Gibran
The importance of being supermacvale alle 09:11 0 commenti
11 settembre 2006
Coscienza
"Sono convinto che ormai, a giro per il mondo, fra la gente più diversa, sta crescendo una nuova coscienza di che cosa è sbagliato e di che cosa va fatto.
Questa nuova coscienza è, a mio parere, il grande bene del nostro tempo. Va coltivata.
Da lì, da quella coscienza e non da una nuova religione, un nuovo profeta, un nuovo dittatore o liberatore, verrà la guida spirituale del futuro.
La soluzione è dentro di noi, si tratta di conquistarla facendo ordine, buttando via tutto ciò che è inutile e arrivando al nocciolo di chi siamo."
Tiziano Terzani
The importance of being supermacvale alle 12:19 0 commenti
04 settembre 2006
Creazione
"Stupende queste visioni della Creazione! Una creazione che avviene ora, che avviene continuamente. Non una creazione persa nel tempo, fatta in sei giorni. Non l'uomo creato prima della donna! E non l'uomo fatto ad immagine e somiglianza del Creatore. Perchè è vero esattamente il contrario:è l'uomo che ha concepito il creatore a sua immagine e somiglianza. Che altro è se non una proiezione dell'Io e delle sue passioni, quel dio delle religioni, geloso degli altri dei, selettivo in chi ama e vendicativo al punto da condannare per l'eternità chi, nel breve spazio di una vita, può averlo offeso? Di tutto il creato solo l'uomo è fatto così. E solo umane sono quelle passioni che le religioni attribuiscono al creatore. Nel resto della natura non esistono. Il leone non è arrabbiato quando azzanna una gazzella. Ha semplicemente fame."
da Un altro giro di giostra - Tiziano Terzani
The importance of being supermacvale alle 07:24 2 commenti
01 settembre 2006
Lettere contro la guerra - Lettera dell'Himalaya
E' un po' lunga ma ne vale la pena...
Stampatela e leggetela.... O, meglio, compratevi "Lettere contro la guerra", una grande lezione di vita!
"...i primi ad accorgersi del mio ritorno quassù sono stati due vecchi corvi che ogni mattina, all’ora di colazione, si piazzano sul deodar, l’albero di dio, un maestoso cedro davanti a casa e gracchiano a più non posso finchè non hanno avuto i resti del mio yogurt - ho imparato a farmelo - e gli ultimi chicchi di riso nella ciotola. Anche se volessi, non potrei dimenticarmi della loro presenza e di una storia che gli indiani raccontano ai bambini a proposito dei corvi. Un signore che stava, come me, sotto un albero nel suo giardino, un giorno non ne potè più di quel petulante gracchiare dei corvi. Chiamò i suoi servi e quelli con sassi e bastoni li cacciarono via.
Ma il Creatore, che in quel momento si svegliava da un pisolino, si accorse subito che dal grande concerto del suo universo mancava una voce e, arrabbiatissimo, mandò di corsa un suo assistente sulla terra a rimettere i corvi sull’albero.
Qui, dove si vive al ritmo della natura, il senso che la vita è una e che dalla sua totalità non si può impunemente aggiungere o togliere niente è grande. Ogni cosa è legata, ogni parte è l’insieme. Thich Nhat Hanh, il monaco vietnamita, lo dice bene a proposito di un tavolo, un tavolino piccolo e basso come quello su cui scrivo. Il tavolo è qui grazie ad una infinita catena di fatti, cose e persone: la pioggia caduta sul bosco dove è cresciuto l’albero che un boscaiolo ha tagliato per darlo a un falegname che lo ha messo assieme coi chiodi fatti da un fabbro col ferro di una miniera…Se un solo elemento di questa catena, magari il bisnonno del falegname non fosse esistito, questo tavolino non sarebbe qui.
I giapponesi, ancora quando io stavo nel loro paese, pensavano di proteggere il clima delle loro isole non tagliando le foreste giapponesi, ma andando a tagliare quelle dell’Indonesia e dell’Amazzonia. Presto si sono resi conto che anche questo ricadeva su di loro: il clima della terra mutava per tutti, giapponesi compresi. Allo stesso modo, oggi non si può pensare di continuare a tenere povera una grande parte del mondo per rendere la nostra sempre più ricca. Prima o poi, in una forma o nell’altra, il conto ci verrà presentato. O dagli uomini o dalla natura stessa.
Quassù, la sensazione che la natura ha una sua presenza psichica è fortissima. A volte, quando tutto imbacuccato contro il freddo mi fermo ad osservare, seduto su un grotto, il primo raggio di sole che accende le vette dei ghiacciai e lentamente solleva il velo di oscurità, facendo emergere catene e catene di altre montagne dal fondo lattiginoso delle valli, un’aria di immensa gioia pervade il mondo ed io stesso mi ci sento avvolto, assieme agli alberi, gli uccelli, le formiche: sempre la stessa vita in tante diverse, magnifiche forme.
È il sentirsi separati da questo che ci rende infelici. Come il sentirci divisi dai nostri simili. “La guerra non rompe solo le ossa della gente, rompe i rapporti umani”, mi diceva a Kabul quel vulcanico personaggio che è Gino Strada. Per riparare quei rapporti, nell’ospedale di Emergency, dove ripara ogni altro squarcio del corpo, Strada ha una corsia in cui dei giovani soldati talebani stanno a due passi dai loro “nemici”, soldati dell’Allenza del Nord. Gli uni sono prigionieri, gli altri no; ma Strada spera che le simili mutilazioni, le simili ferite li riavvicineranno.
Il dialogo aiuta enormemente a risolvere i conflitti. L’odio crea solo altro odio. Un cecchino palestinese uccide una donna israeliana in una macchina, gli israeliani reagiscono ammazzando due palestinesi, un palestinese si imbottisce di tritolo e va a farsi saltare in aria assieme a una decina di giovani israeliani in una pizzeria; gli israeliani mandano un elicottero a bombardare un pulmino carico di palestinesi, i palestinesi…E avanti di questo passo. Fin quando? Finchè sono finiti tutti i palestinesi? tutti gli israeliani? tutte le bombe?
Certo: ogni conflitto ha le sue cause e queste vanno affrontate. Ma tutto sarà inutile finchè gli uni non accetteranno l’esistenza degli altri ed il loro essere eguali, finchè noi non accetteremo che la violenza conduce solo ad altra violenza.
“Bei discorsi. Ma che fare?” mi sento dire, anche qui nel silenzio.
Ognuno di noi può fare qualcosa. Tutti assieme possiamo fare migliaia di cose.
La guerra al terrorismo viene oggi usata per la militarizzazione delle nostre società, per produrre nuove armi, per spendere più soldi per la difesa. Opponiamoci, non votiamo per chi appoggia questa politica, controlliamo dove abbiamo messo i nostri risparmi e togliamoli da qualsiasi società che abbia anche lontanamente a che fare con l’industria bellica.
Diciamo quello che pensiamo, quello che sentiamo essere vero: ammazzare è in ogni circostanza un assassinio.
Parliamo di pace, introduciamo una cultura di pace nell’educazione dei giovani. Perché la storia deve essere insegnata soltanto come un’infinita sequenza di guerre e di massacri?
Io, con tutti i miei studi occidentali, sono dovuto venire in Asia per scoprire Ashoka, uno dei personaggi più straordinari dell’antichità, uno che tre secoli prima di Cristo, all’apice del suo potere, proprio dopo aver aggiunto un altro regno al suo già grande impero, che si estendeva dall’India all’Asia centrale, si rende conto dell’assurdità della violenza, decide che la più grande conquista è quella del cuore dell’uomo, rinuncia alla guerra e, nelle tante lingue allora parlate nei suoi domini, fa scolpire nella pietra gli editti di questa sua etica.
Una stele di Ashoka in greco ed aramaico è stata scoperta nel 1958 a Kandahar, la capitale spirituale del mullah Omar in Afghanistan, dove ora sono accampati i marines americani. Un’altra, in cui Ashoka annuncia l’apertura di un ospedale per uomini ed uno per animali, è oggi all’ingresso del Museo Nazionale di Delhi.
Ancor più che fuori, le cause della guerra sono dentro di noi. Sono in passioni come il desiderio, la paura, l’insicurezza, l’ingordigia, l’orgoglio, la vanità. Lentamente bisogna liberarcene, dobbiamo cambiare atteggiamento. Cominciamo a prendere le decisioni che ci riguardano e che riguardano gli altri sulla base di più moralità e meno interesse. Facciamo più quello che è giusto, invece di quel che ci conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi.
Riprendiamo certe tradizioni di correttezza, reimpossessiamoci della lingua, in cui la parola “dio” è oggi diventata una sorta di oscenità, e torniamo a dire “fare l’amore” e non “fare sesso”. Alla lunga anche questo fa una grossa differenza.
È il momento di uscire allo scoperto, è il momento di impegnarsi per i valori in cui si crede. Una civiltà si rafforza con la sua determinazione morale molto più che con nuove armi.
Soprattutto dobbiamo fermarci, prenderci tempo per riflettere, per stare in silenzio. Spesso ci sentiamo angosciati dalla vita che facciamo, come l’uomo che scappa impaurito dalla sua ombra e dal rimbombare dei suoi passi. Più corre, più vede la sua ombra stargli dietro; più corre, più il rumore dei suoi passi si fa forte e lo turba, finchè non si ferma e si siede all’ombra di un albero.
Facciamo lo stesso.
Visti dal punto di vista del futuro, questo sono ancora i giorni in cui è possibile fare qualcosa. Facciamolo. A volte ognuno per conto suo, a volte tutti assieme. Questa è una buona occasione.
Il cammino è lungo e spesso ancora tutto da inventare. Ma preferiamo quello dell’abbrutimento che ci sta dinanzi? O quello, più breve , della nostra estinzione?
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